Aniti Beer viene da “aniti” che in dialetto reggino (o greco-calabro) significa “uniti”. Uniti per sperimentare, costruire una nuova mutualità in Calabria. Per aiutare chi non riesce ad accedere ai servizi di assistenza socio-sanitaria, socio-assistenziale di cui ha bisogno (povertà sanitaria). Per sostenere i sogni dei bambini, dei minori che non riescono a coltivare liberamente le proprie capacità e aspirazioni (povertà educativa).
È una birra “alla cucuzza”, cioè a base di ‘zucca’. Ma ha qualcosa di più speciale. La ‘cucuzza’ (in dialetto calabrese zucca) proviene dal terreno confiscato di Placanica che ci ha assegnato il comune di Melito Porto Salvo e che gestisce la cooperativa sociale Demetra, nostra socia. Qui la ‘cucuzza’ cresce grazie all’impegno e al sudore dei migranti che coltivano la terra che li ha accolti.
Il rapporto di collaborazione con il Birrificio Reggino
Aniti Beer è prodotta dal Birrificio Reggino, un’azienda profit della comunità reggina.
Rappresenta per noi l’esempio di una buona prassi di collaborazione fra il terzo settore e il profit.
Il Birrificio è già uno dei fornitori della nostra bottega equosolidaleLe Botteghe delle Terre del Sole. Ha a cuore i nostri temi, fa parte della rete antiracket ReggioLiberaReggio e ha scelto di condividere con noi anche questo percorso di mutualità, mettere in campo insieme a noi la prima azione di mutualità del progetto Impronte a Sud.
Consapevoli che per costruire una nuova mutualità che fa bene e conviene a tutti abbiamo bisogno della partecipazione non solo degli enti del terzo settore, ma anche delle aziende profit, delle istituzioni, dei cittadini che condividono i nostri stessi principi e valori, che sanno da che parte stare. Per ricordarci che siamo tutti parte di una comunità.
Solo insieme possiamo dare senso e concretezza a un nuovo modello di mutualità che si ispiri alla rete di sostegno del mutuo aiuto, ai legami di solidarietà, alle relazioni di reciprocità.
Il claim e il marchio della mutualità
La birra Aniti Beer riporta stampata sulla bottiglia il claim “Per una mutualità che fa bene e conviene”. Ed è contraddistinta dal nostro marchio della mutualità. Nell’etichetta i colori verde e arancio sono i colori del progetto Impronte a Sud.
Il marchio della mutualità è il marchio che rappresenta la nostra idea di mutualità, quella che intendiamo costruire in Calabria per rispondere in maniera nuova alle esigenze di una comunità. È un simbolo che richiama il sostegno, i legami, le relazioni di reciprocità.
È il marchio che contraddistinguerà tutte le altre azioni di mutualità che metteremo in campo.
Dove puoi trovare Aniti Beer
Puoi trovare la birra Aniti Beer* presso la nostra bottega equosolidale Le Botteghe delle Terre del Sole a Via del Torrione 89, Reggio Calabria o scrivendo a marketing@consorziomacrame.it.
È un’edizione speciale limitata in sole 500 bottiglie numerate.
Con la birra riceverai anche una cartolina in cui la ‘cucuzza’ di Aniti Beer si presenta raccontando il suo percorso e il suo sogno di essere d’aiuto agli altri, ma anche 2 sottobicchieri come gadget.
La ‘cucuzza’ di Aniti Beer si racconta
Acquista Aniti Beer per una mutualità che fa bene e conviene!
Per supportare concretamente il fondo che aiuterà persone e famiglie in difficoltà economica e finanziaria, che più di altre hanno bisogno di essere aiutate.
*Vietata la vendita ai minori di anni 18. Per bere responsabilmente.
La grafica e il concept creativo della birra Aniti Beer sono a cura di Isabel Alfano
https://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2022/03/copertina-articolo-birra2-e1646862297359.png9211920Consorzio Macramèhttps://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2023/03/logo_2023-300x121.pngConsorzio Macramè2022-03-10 08:16:222023-03-29 10:37:52È nata Aniti Beer, la birra della mutualità
Nel comune di Melito Porto Salvo – dove lo scorso anno abbiamo gestito i servizi di sostegno scolastico ed extrascolastico – stiamo gestendo dal 27 gennaio di quest’anno tutti gli altri servizi di inclusione già programmati nel Piano di Zona 2021-2023 e finanziati dalla “Quota Servizi del Fondo Povertà“. Li gestiamo per circa 18 mesi (indicativamente sino a giugno 2023) in collaborazione con le nostre socie, l’associazione Ce.Re.So (Centro Reggino di solidarietà) e la cooperativa La Nostra Valle di Condofuri.
I servizi di inclusione che gestiamo a Melito Porto Salvo. Cosa e quali sono
Si tratta di servizi che rafforzano quelli già esistenti (cd.rafforzamento degli interventi di inclusione) per rispondere in maniera più efficace alle esigenze delle persone (specie delle famiglie e dei minori) e dei loro bisogni, offrire loro opportunità diversificate per realizzare percorsi di autonomia. I servizi di inclusione sono così suddivisi:
sostegno socio-educativo domiciliare e territoriale e nella gestione delle spese e del bilancio familiare
sostegno alla genitorialità e servizio di mediazione familiare
servizio di mediazione culturale
servizio di pronto intervento sociale
Sono servizi che offriamo grazie a un’équipe multidisciplinare formata da: 2 psicologi, 5 educatori professionali, 1 mediatore familiare, 1 mediatore culturale, 4 assistenti educativi e infine 1 pedagogista che coordina tutte le attività ed è intermediaria fra l’équipe e i servizi territoriali competenti.
Nell’ottica della co-progettazione e quindi “del fare insieme” – che caratterizza da sempre le nostre azioni – prevediamo un coinvolgimento attivo e costante di tutti gli attori del territorio: del comune capofila di ambito, delle istituzioni scolastiche di I e II grado, dei servizi territoriali dell’ASP. Ciò ci consentirà di realizzare azioni integrate più efficaci verso i minori e le loro famiglie e quindi una buona riuscita dei servizi.
1. Servizio di sostegno socio-educativo domiciliare e territoriale
È un servizio a sostegno delle famiglie e dei minori in condizione di fragilità e povertà economica ed educativa. Può essere domiciliare o territoriale. In quello domiciliare prevediamo interventi di carattere sociale ed educativo (sostegno scolastico al minore, supporto ai componenti familiari). Mentre in quello territoriale prevediamo l’apertura di spazi messi a disposizione dal Comune di Melito per promuovere attività rivolte ai bambini e alle loro famiglie in situazione di disagio, di emarginazione, di difficoltà affettive, relazionali e scolastiche. Tra le attività offriamo sia sostegno educativo o scolastico che attività di laboratorio o gioco, sostegno alle funzioni genitoriali attraverso incontri/confronto su determinate tematiche.
Uno degli spazi messi a disposizione dal Comune di Melito
Ma prevediamo anche supporto nella gestione delle spese e del bilancio familiare e per consulenze finanziarie.
2. Sostegno alla genitorialità e servizio di mediazione familiare
Attraverso il sostegno alla genitorialità forniamo un servizio a sostegno delle famiglie rispetto alle difficoltà inerenti alla gestione quotidiana della prole (per esempio cura di sè, impegni scolastici e tempo libero). Le famiglie sono prese in carico dal servizio sociale dei comuni dell’ambito di Melito.
Il servizio di mediazione familiare invece è un servizio per i nuclei familiari, per le coppie e famiglie in crisi che vivono situazioni conflittuali di separazione o divorzio. Prevediamo quindi i colloqui per la presa in carico, sostegno psicologico, accompagnamento formativo.
3. Servizio di mediazione culturale
Il servizio di mediazione culturale è l’ultimo servizio attivato (è attivo dal 14 febbraio 2022). È un servizio a sostegno degli immigrati di rientro, dei cittadini stranieri che risiedono nei comuni dell’ambito territoriale di Melito e che hanno bisogno di consulenza, informazioni e confronto. Nasce per facilitare e favorire i processi di integrazione e inclusione sociale attraverso attività di
tutoraggio nella compilazione dei documenti, pratiche, iscrizioni, richieste
interpretariato e traduzione di documenti
intermediazione tra la Pubblica amministrazione e i bisogni dei cittadini stranieri
E anche attraverso interventi per disagio abitativo, prevenzione, salute, servizi di orientamento al lavoro. Allo stesso modo prevediamo l’attivazione di diversi laboratori sull’educazione interculturale, educazione civica, apprendimento della lingua italiana.
4. Servizio di pronto intervento sociale
Attraverso il servizio di pronto intervento sociale svolgiamo funzioni di segretariato sociale, di collegamento con i servizi territoriali, di intervento immediato sul posto a seguito a segnalazioni. Attraverso questo servizio vogliamo ridurre lo stato di isolamento delle persone rispetto alla rete dei servizi territoriali e fornire quindi assistenza immediata. Prevediamo anche uno sportello di supporto psicologico e la realizzazione di uno spazio neutro.
A chi ci rivolgiamo
Possono beneficiare dei servizi di inclusione le famiglie e i minori con maggiore vulnerabilità che risiedono nei comuni dell’ambito territoriale di Melito Porto Salvo (comune capofila): Bagaladi, Bova, Bova Marina, Cardeto, Condofuri, Montebello Jonico, Motta San Giovanni, Roccaforte del Greco, Roghudi e San Lorenzo.
Dove puoi trovarci
Siamo presso i locali dell’ufficio politiche sociali del Comune di Melito in viale della Libertà. Puoi trovarci dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12.
Per maggiori informazioni e appuntamenti contattaci al numero 334 3961579.
https://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2022/02/foto-copertina-articolo-.png10801920Consorzio Macramèhttps://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2023/03/logo_2023-300x121.pngConsorzio Macramè2022-02-17 18:17:332022-02-28 22:08:01Servizi di inclusione a Melito Porto Salvo
Il documento sulla mutualità è il risultato di una riflessione, di un ragionamento che abbiamo iniziato a fare nella primavera 2021 in seguito alla crisi economica e sociale degli ultimi due anni e che è ancora aperto e suscettibile di modifiche, integrazioni.
Questo documento è uno spunto dal quale partire per condividere un percorso sull’idea di mutualità territoriale. Sia con le socie del Consorzio Macramè per tentare di coinvolgere la base sociale e farne diventare un’ipotesi di modello al nostro interno sia con i partner di progetto – fra i quali anche soggetti che non sono della città di Reggio Calabria (ci sono infatti partner in ambito nazionale) – sia con soggetti esterni al partenariato, la comunità locale, le pubbliche amministrazioni, imprenditori sensibili.
Quindi, non una ricetta applicabile sempre e comunque, ma un’ipotesi di metodo che parta dalla conoscenza e dalla lettura dei bisogni che la comunità fa di se stessa. Un intervento diretto con la comunità fatto da soggetti che hanno a cuore certi temi e che attraverso attività di animazione territoriale, culturale e politica dei territori contribuiscono a costruire politiche di welfare partecipate dalle pubbliche amministrazioni, dagli enti del terzo settore, dai cittadini, dalla rete di economia solidale, imprenditoriale sensibile delle comunità territoriali.
una modalità diversa per organizzare la propria presenza sui territori per rispondere ai bisogni, alle esigenze della comunità.
Cosa contiene il documento
Il documento sulla mutualità contiene una descrizione generale del contesto calabrese (inizi 2020 – fine lockdown), le nostre riflessioni sull’emergenza sanitaria che ha avuto pesanti ripercussioni in Italia. Sulle conseguenze che la pandemia ha avuto – specie in Calabria – sulle attività economiche, sulla domanda di beni e servizi. Ma contiene anche delle riflessioni e proposte su cosa possono fare gli attori del Terzo settore in un contesto di questo tipo.
In un quadro preoccupante dove prevalgono la contrazione della spesa delle famiglie, l’aumento della disoccupazione, la diffusione della criminalità organizzata pensiamo che l’unico elemento su cui dobbiamo lavorare è la comunità. Lavorando con la comunità e dalla comunità possiamo costruire dei percorsi, costruire l’identità e la struttura di una comunità. Un processo lungo per il quale è necessaria la partecipazione dei soggetti che vivono la comunità affinchè questa diventi un soggetto che si riconosca, definisca le condizioni. E che non si può fare dall’oggi al domani. Ne siamo consapevoli. Ma che si può, si deve fare!
L’ambito nel quale secondo noi si può manifestare meglio questo lavoro è l’ambito mutualistico che si realizza nella cura – nel benessere e nella salute – attraverso la prossimità. E non come una semplice prestazione di cura sociale o sanitaria.
Nell’immaginare un nuovo modello mutualistico da adottare in Calabria abbiamo indivividuato gli strumenti della mutualità mediata e indiretta e del fondo sanitario integrativo aperto. Ne parliamo nel documento.
In questi mesi abbiamo condiviso il documento sulla mutualità con le socie del Consorzio Macramè e i partner di progetto. Sulla base delle loro esperienze lo stiamo integrando con altri spunti e riflessioni per arrivare ad un momento comune con un documento finale.
Se vuoi condividere delle riflessioni o altri spunti scrivi nei commenti all’articolo. Ci farà piacere leggere anche il tuo pensiero.
https://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2022/01/Mutualità-immagine-copertina-sito.png10801920Consorzio Macramèhttps://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2023/03/logo_2023-300x121.pngConsorzio Macramè2022-01-26 15:23:402023-03-29 10:32:15Impronte a Sud - Il documento sulla mutualità. Cos'è e a cosa serve
A luglio 2021 abbiamo avviato nell’ambito del progetto Impronte a Sud – Welfare Lab sostenuto da Fondazione CON IL SUD una serie di incontri con i nostri soci e i partner di progetto. Per riflettere e discutere insieme su come costruire un nuovo modello, un’idea di mutualità diversa da sperimentare in Calabria. Confrontarci con i problemi derivanti dall’aumento delle diseguaglianze e dalla riduzione delle protezioni sociali.
Immaginiamo da sempre un welfare di mutualità e prossimità che metta al centro la persona e i suoi bisogni. Che vada al di là dell’assistenza e dell’erogazione dei servizi. Che sia in grado di costruire relazioni tra cittadini, organizzazioni, aziende, istituzioni, restituire valore ad ogni singola persona, perchè nessuno resti solo.
L’emergenza sanitaria da Covid ha stravolto abitudini, modo di intendere l’organizzazione dei servizi. Delle relazioni nei territori, nei rapporti con la Pubblica amministrazione.
Pasquale Neri, responsabile del progetto Impronte a Sud
Il nostro ragionamento parte dall’analisi di un contesto regionale preoccupante segnato dalla grave crisi economica e sociale degli utimi due anni, una crisi – sempre maggiore – del sistema di servizi alla persona a seguito alla quale abbiamo sentito più che mai l’urgenza e l’esigenza di cambiare rotta. Di assumere un maggiore impegno comune in difesa della responsabilità sociale di impresa. Della prossimità, della mutualità, temi a noi cari e fra le azioni principali del progetto Impronte a Sud.
Un documento sulla mutualità in Calabria
Per questo abbiamo raccolto le nostre riflessioni, proposte. Costruito con Social Hub, partner di progetto, una bozza di documento.
Una bozza dalla quale partire per ragionare insieme e continuare a confrontarci con i nostri soci e con i partner. Concretizzare un’idea di mutualità capace di generare risposte innovative nella cura – del benessere e della salute – attraverso la prossimità.
Un documento aperto e suscettibile di modifiche, integrazioni che propone di costruire insieme una modalità diversa di organizzare la nostra presenza sui territori per rispondere ai bisogni e alle esigenze delle persone. Partendo dalla comunità.
Qui un breve estratto di uno dei primi incontri che abbiamo organizzato l’estate scorsa presso la nostra sede.
In un altro incontro c’erano Domenico Barresi della cooperativa Rose Blu, Cristina Ciccone e Nadia Denisi della cooperativa sociale Demetra, nostre socie e partner del progetto Impronte a Sud.
Le riflessioni dei soci e dei partner di Impronte a Sud sul documento sulla mutualità
Un modello efficace perchè parte dal basso. Se non parti dalla gente non riuscirai mai a costringere la Pubblica Amministrazione ad assolvere il suo ruolo.
Dopo la grave crisi economica e sociale bisogna reagire in positivo, costruire un nuovo tessuto sociale, immergersi nelle aree interne marginali. Vedo il fondo integrativo dinamico, coinvolgente. Dobbiamo ascoltare i cittadini, i medici generici dei territori interni per capire il bisogno, come noi possiamo costruire il fondo integrativo. Dobbiamo metterci in rete con le associazioni che esistono in queste aree, con la cooperazione sociale. Ma non solo. Per fare questo dobbiamo discutere di più, animare il territorio.
Io penso che sia un modello vincente. E che abbiamo scommesso su una strada impegnativa ma che ci può permettere di raggiungere gli obiettivi. Questo perchè siamo cresciuti per aver costruito delle relazioni sane. Abbiamo sentito il bene di Via Possidonea come il bene della comunità. Reso fruibile e bello. Abbiamo avvicinato le persone. Non c’è stato qualcuno che si è avvicinato spontaneamente. No solo mafia, ma inefficienza della Pubblica Amministrazione. Non terrei fuori da questo modello gli enti profit perchè gli enti profit sono parte della collettività. Dobbiamo riuscire a fare capire il valore del Terzo settore, di quello che stiamo portando avanti. Solo chi lo vive può testimoniare. Vivendolo riesco a sentirlo mio.
Crediamo che sia una modalità vincente: mutualità e reciprocità. Occorre chiedere la partecipazioe attiva delle persone alla costruzione della comunità. Coinvolgere la gente in processi di partecipazione attiva che sono proprie della cooperazione.
Incontro importante che a che fare con i soci del Consorzio Macramè, con i partner di progetto. Il percorso è che questo documento deve essere oggetto di discussione, di confronto con tanti soggetti, sia organizzati, con la Pubblica amministrazione dove possibile, con soggetti imprenditoriali, soggetti del terzo settore. Ma è importante coinvolgere più avanti anche persone che potrebbero essere interessate ma che non fanno parte di organizzazioni perchè sono persone rilevanti per la comunità reggina, che sono persone attive ma anche quelle che non sono attive, che hanno problemi, che sono vulnerabili così come quelli che non sono vulnerabili. È l’avvio di un percorso di partecipazione anche nella costruzione, discussione del documento. Per coinvolgere le persone prima di arrivare in fondo nel processo.
È più facile iniziare a fare questo tipo di ragionamento nei comuni in cui l’appartenenza a un luogo può essere la base. Nei comuni in cui c’è un’identità di comunità, c’è un rapporto tra le persone che identificano un contesto territoriale.
A proposito della comunicazione. Io la vedo su diversi livelli. Innanzitutto la comunicazione tra di noi. Affinchè ciascuno sa cosa c’è, che cosa si fa sul territorio. Una volta raggiunto questo linguaggio comune tra di noi possiamo arrivare al livello della comunità.
Fare mutualità significa mettere sempre al centro le persone, le comunità.
Restituire loro valore. Generare un impatto concreto a beneficio di tutti.
Per noi la mutualità non è solo intenzione, è prima di tutto azione.
Ed è grazie a questi incontri che capiamo che possiamo, anzi, dobbiamo fare!
https://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2022/01/foto-II-incontro-soci-partner-27.7.jpg576800Consorzio Macramèhttps://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2023/03/logo_2023-300x121.pngConsorzio Macramè2022-01-23 14:35:452023-03-29 10:37:18Impronte a Sud - Verso un nuovo modello di mutualità in Calabria
Ci sono storie e vite che solo in apparenza sembrano lontane. Perchè a volte capita che qualcosa o qualcuno le faccia incontrare e faccia accadere qualcosa di bello che regala una nuova speranza ed emozioni inattese ai protagonisti di quelle storie.
È quello che è capitato a Seydou, Idrissa e Maria, ma anche a Noemi e Drissa – rispettivamente il nostro tecnico e il nostro mediatore culturale – che attraverso il progetto Agenzia sociale per l’abitare avviato col Comune di Taurianova hanno reso possibile quello che speravamo da tempo: favorire forme di accoglienza, raccontare storie belle di inclusione sociale.
Agenzia sociale per l’abitare. Gli inizi
Quando abbiamo avviato il progetto Agenzia sociale per l’abitare non è stato facile trovare una casa per i migranti di Contrada Russo. Anche per i migranti in regola che hanno un permesso di soggiorno e un lavoro, che possono e vogliono pagare tasse, casa, luce, acqua. Anche per loro il diritto di avere una casa sembra essere negato.
A Taurianova le case non mancano. E anche ora che l’offerta abitativa c’è, che i proprietari di case sfitte possono avere la certezza del reddito e beneficiare delle agevolazioni fiscali. Anche ora che il Comune di Taurianova ha messo a disposizione dei voucher integrativi a supporto del canone di affitto per una durata di 2 anni, le case continuano a restare vuote. A volte non ci sono i requisiti di abitabilità richiesti. A volte mancano i requisiti per un regolare contratto di affitto. Più volte invece ci sono diffidenze e pregiudizi. E i migranti continuano a vivere in baracche di fortuna, in condizioni igieniche precarie.
“È importantissimo il fatto che le case vengano abitate. Il fatto di chiuderle è una cosa delle volte assolutamente irreversibile. Il beneficio per gli affittuari è sicuramente il controllo, il monitoraggio che viene effettuato all’interno dell’abitazione. Che non siano effettuati danni. Controlliamo che venga pagato il canone di affitto regolare perchè il voucher copre solamente la metà dell’affitto, per l’altra metà provvedono i migranti” dice Noemi.
Sportello informativo Agenzia sociale per l’abitare – Noemi Asciutto e Drissa Diarra presso l’Officina della solidarietà (ex giudice di pace) a Taurianova
Lincontro con la signora Maria e la prima casa di Agenzia sociale per l’abitare
A febbraio incontriamo la signora Maria che è proprietaria di un’abitazione sfitta nella frazione di San Martino di Taurianova. Per garantire le condizioni di abitabilità deve fare alcuni lavori di ristrutturazione e la revisione degli impianti. Ma il progetto le piace e vuole aiutare i ragazzi di Contrada Russo.
“Quando mi hanno parlato del progetto portato avanti dal Consorzio Macramé e delle condizioni in cui vivono i giovani migranti, la mia mente è andata indietro a tanti anni fa quando a cercare fortuna in una terra lontana erano i nostri concittadini. La mia famiglia di origine e quella di mio marito – racconta la signora Maria – hanno vissuto il dramma dell’emigrazione. Mia madre, mio fratello e mia sorella, più di 50 anni fa, sono emigrati in Australia e là hanno dovuto lottare per ottenere una vita dignitosa. Per questo non potevo voltarmi dall’altra parte nel vedere questi ragazzi. Mi auguro che il mio gesto sia imitato da altri miei concittadini“.
Noemi e Drissa accompagnano la signora Maria in tutte le fasi di stipula del contratto. Nella casa non ci sono arredi ma Noemi e Drissa l’aiutano a recuperarli.
Un gruppo di cittadini sente la necessità di attivarsi e fare qualcosa di concreto per rendere confortevole la prima casa di Agenzia sociale per l’abitare. Ci sono Andrea, Pasquale, la signora Grazia, Yazmin che donano dei mobili (arredi per la camera da letto, un mobile appendiabiti d’ingresso, un frigo, la lavatrice e alcune stoviglie). C’è il signor Francesco che si adopera per ripristinare il mobile credenza e i due mobili contenitori, mentre Davide si occupa di caricare e trasportare in discarica il materiale inidoneo, trasportare e collocare gli arredi. E poi c’è l’avv. Annamaria che ci ha garantito supporto legale, creduto nel progetto sin dall’inizio. Alla base un forte intento umanitario. Un segnale importante che dimostra quanto le persone possano essere speciali. Il segnale di una comunità che ha fatto propria la parola umanità dandole un significato e un valore profondi.
Seydou e Idrissa a “Casa Tarcisia”
Ad aprile l’abitazione è pronta. La prima casa di Agenzia sociale per l’abitare prende il nome di “Casa Tarcisia” in omaggio alla calabrese Suor Tarcisia Rizzo che per prima concepì e mise in pratica il sistema delle adozioni a distanza.
Il nome è stato scelto – ci spiegano Noemi e Drissa – con l’augurio che possa servire da stimolo ed incoraggiare altri cittadini ad aderire al progetto. È un rimando simbolico alla figura di Suor Tarcisia Rizzo, originaria di Brivadi di Ricadi a Vibo Valentia, che nel 1960 lasciò la sua Calabria per andare ad aiutare i bisognosi di un paese ancora più povero, lo Zambia, e fu la prima a concepire ed a mettere in pratica il sistema delle “adozioni a distanza”.
A fine aprile Seydou e Idrissa, dopo aver vissuto in una delle baracche di legno e plastica di Contrada Russo, hanno finalmente una casa dignitosa dove poter abitare.
Seydou e Idrissa a “Casa Tarcisia”, la loro prima “vera” casa
Seydou e Idrissa sono due migranti regolari provenienti dal Mali. Hanno un permesso di soggiorno e un lavoro. E adesso abitano nella casa che la signora Maria ha messo a disposizione per loro e per il progetto Agenzia sociale per l’abitare.
Seydou
Seydou ha 26 anni. È africano e viene dal Mali. È arrivato in Calabria nel 2018 e lavora in campagna a Taurianova.
“Scappiamo dalla guerra per avere una vita migliore. Il viaggio è stato molto duro. Ho attraversato la Libia per venire qui in Italia. Ora sto lavorando in campagna con regolare contratto di lavoro. Mi piace il mio lavoro e mi piace lavorare con gli italiani – racconta Seydou – A contrada Russo non è stato facile, era l’unico riparo per me. Ero costretto a rimanere lì perché non avevo un altro posto dove andare. Sono molto contento di vivere qui. Da quando mi sono trasferito in una casa è migliorata anche la mia salute e lavoro meglio. Sono molto grato nei confronti della proprietaria che ha dato casa a noi africani. Adesso mi sento più accolto e mi piace vivere in città. Non abbiamo ancora conosciuto i vicini ma siamo molto tranquilli”.
Idrissa
Idrissa Traore ha 28 anni. È africano ed è arrivato in Calabria dal Mali nel 2016. Ha trovato riparo nella tendopoli. Poi ha vissuto a Napoli ed è ritornato qui nel 2020. Adesso sta lavorando in campagna in una fabbrica di arance. Quando andiamo nella nuova casa per firmare i documenti ci racconta
“Sono venuto in Italia perché nel mio paese c’è la guerra. In Mali, ho lasciato la mia famiglia, mio padre, mia madre e anche i miei fratelli. Il viaggio è stato molto duro. Sognavo solo un posto dove stare bene. Un lavoro e una casa. Una vita normale. Quando sono arrivato non avevo un posto dove stare per mangiare e riposare al riparo dalla pioggia. L’unica alternativa era la tendopoli. Non sono riuscito a trovare una casa anche se lavoro e posso pagare l’affitto. Le persone pensano male di noi. Non pensiamo di prendere una casa senza pagare l’affitto o fare qualcosa di brutto. Di fare danni. Il mio datore di lavoro ha provato ad aiutarmi a trovare una casa ma senza riuscirci. Mi piace lavorare con gli italiani e lo preferisco perché è l’unico momento di integrazione”.
La consegna ufficiale di “Casa Tarcisia” a Seydou e Idrissa
Al momento della consegna sono presenti gli assessori Maria Fedele, Angela Crea, Andrea Canale del terzo settore area Welfare del Comune di Taurianova, Noemi Asciutto e Drissa Diarra.
La consegna di “Casa Tarcisia” alla presenza delle Istituzioni
Seydou e Idrissa ci hanno detto di essere contenti, di sentirsi più accolti.
Seydou a stento alzava la testa. Quando ha capito che gli davamo una casa si percepiva l’emozione, la commozione nei suoi occhi. Nel momento in cui siamo andati a prenderli e hanno raccolto i pochi vestiti che avevano e poi hanno salutato tutti gli altri, l’emozione è stata veramente bellissima. Certo è durata poco perchè mi sono girata e ho incontrato lo sguardo dei prossimi in lista di attesa che attendono anche loro di provare la stessa emozione che hanno provato Seydou e Idrissa” dice Noemi ricordando di quando li ha accompagnati nella baraccopoli per il trasloco.
A distanza da 5 mesi dall’avvio del progetto, Agenzia sociale per l’abitare ci insegna che una nuova integrazione si può fare nonostante possa sembrare complesso e difficile. Che l’unione fa la forza, che le istituzioni, il terzo settore e la società civile possono collaborare insieme in modo positivo e virtuoso. Che due migranti accolti che si sentono parte di una comunità sono il vero valore aggiunto al di là del colore della pelle e delle differenze.
Una storia di rinascita e speranza! Una di quelle che ci piace raccontare.
Congratulazioni Seydou e Idrissa! Grazie ancora alla signora Maria e ai cittadini del comune di Taurianova per averla resa possibile.
Agenzia sociale per l’abitare è il progetto di inserimento socio-abitativo promosso con il Comune di Taurianova. Rientra nell’ambito del progetto interregionale “SU.PR.EME. – Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze” (già avviato), è finanziato dalla Regione Calabria attraverso il Fondo Asilo Migranti Integrazione (FAMI) emergenziale della Commissione Europea e ha come capofila il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
https://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2021/05/migranti-e-signora-consegna-voucher-e1620576634153.jpeg9981889Consorzio Macramèhttps://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2023/03/logo_2023-300x121.pngConsorzio Macramè2021-05-22 05:40:262021-06-07 05:52:38Agenzia sociale per l'abitare - Una casa per Seydou e Idrissa
Stiamo cercando 1Project Manager/coordinatore di progetto!
Area d’intervento: educativa minori 0-6 anni
Tipologia di contratto: lavoro a tempo determinato (12 mesi rinnovabili)
Requisiti fondamentali: laurea triennale. Esperienza professionale specifica di almeno 3 anni
Sede di lavoro: Area Metropolitana di Reggio Calabria
Se ti interessa, leggi la descrizione completa e, se hai i requisiti necessari, inviaci la tua candidatura.
Gestirai le progettualità promosse e cogestite da partenariati pubblico-privati. Svolgerai funzioni di pianificazione, coordinamento e monitoraggio.
Ambito di lavoro
Lavorerai nell’ambito di una iniziativa progettuale che prevede di sperimentare un approccio educativo centrato sul gioco, sulle emozioni e sull’esperienza sensoriale di minori 0-6 anni. Di sostenere percorsi di rigenerazione dei servizi all’infanzia.
Compiti e responsabilità del Project Manager
I tuoi principali compiti e resposanbilità saranno:
pianificare, implementare e gestire progetti;
sviluppare un piano di progetto dettagliato (risorse umane, capitale economico e tempo previsto);
coordinare personale interno ed esterno per l’esecuzione del progetto;
monitorare costantemente lo stato di avanzamento per assicurare che il piano venga rispettato;
misurare le prestazioni del progetto utilizzando sistemi, indicatori, strumenti e tecniche appropriati;
implementare e gestire le modifiche necessarie per raggiungere i risultati del progetto;
conseguire gli obiettivi e consegnare i deliverables in tempo ed entro i limiti di budget;
analizzare i rischi del progetto e proporre soluzioni per i problemi riscontrati;
gestire le comunicazioni verso il team, verso gli stakeholders e verso soggetti terzi (clienti, fornitori).
Requisiti necessari
maggiore età;
non avere riportato condanne penali definitive o provvedimenti definitivi dal tribunale;
laurea triennale;
almeno 3 anni di esperienza professionale specifica.
Sono titoli preferenziali
le classi di laurea o quelle di vecchio ordinamento indicate nell’avviso di selezione;
eventuali corsi di formazione e/o certificazioni;
l’esperienza pregressa di project manager realizzata in ambito pedagogico.
Come candidarti
Scarica la domanda di ammissione;
Allega alla domanda un curriculum vitæ in formato europeo;
Allega una lettera di presentazione o motivazione.
Invia tutto entro e non oltre le ore 18.00 di venerdì 28 maggio 2021 a lavoro@consorziomacrame.it
Se invece hai bisogno di chiarimenti chiamaci 0965 896669!
Ti ricordiamo che i criteri che abbiamo impiegato con le nostre socie cooperative in tutte le selezioni di servizio civile sono stati resi pubblici e sono ancora disponibili al seguente link.
Attualmente abbiamo inviato tutte le graduatorie al Dipartimento per le Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale. La Presidenza del Consiglio dei Ministri procederà alla verifica dei documenti e alla validazione ufficiale dei risultati che abbiamo presentato. Fino alla validazione da parte del Dipartimento le graduatorie e data di avvio indicata sono da intendersi come provvisorie (art. 5 del bando). Daremo tempestiva comunicazione, attraverso il sito e i nostri canali social, della validazione delle graduatorie non appena riceveremo riscontro ufficiale.
Prevediamo l’avvio del nostro progetto EUTONIA per il 24 giugno 2021
Se al termine delle selezioni sei risultato IDONEO SELEZIONATO sarai contattato nelle prossime settimane e riceverai le indicazioni necessarie all’avvio del progetto.
Se sei risultato IDONEO NON SELEZIONATO non rientrerai tra i partecipanti al progetto per mancanza di posti. Qualora ci fossero delle rinunce da parte degli idonei selezionati l’ufficio provvederà a scorrere la graduatoria e potrai subentrare, rientrare nel progetto di servizio civile.
Se sei risultato NON IDONEO non avrai la possibilità di fare servizio civile con questo bando, ma potrai ripresentare domanda di servizio civile al prossimo bando.
Ti presenterai nella sede indicata dal responsabile territoriale e comunque già indicata all’interno del contratto di servizio;
Riceverai una copia del progetto, le condizioni generali dell’assicurazione stipulata dal Dipartimento, le disposizioni che disciplinano i tuoi diritti.
Cosa riceverai e a che cosa avrai diritto:
un’indennità mensile di 439.50 euro (pari a 14.65 euro al giorno considerando forfettariamente 30gg al mese);
30 giorni di malattia di cui 15 retribuiti e 15 no. Il 31° giorno di malattia comporta l’esclusione dal progetto;
20 giorni di permesso ordinario ed altri giorni di permessi straordinari (indicati con maggiore dettaglio nelle disposizioni riguardanti i diritti e i doveri);
formazione generale e formazione specifica attinente le attività previste dal progetto;
tutoraggio (qualora previsto) da svolgersi negli ultimi 3 mesi di servizio civile.
Per qualsiasi domanda o chiarimenti sulle graduatorie chiamaci o scrivici!
Grazie a “Giochiamo a Crescere” potremo creare tre poli per l’infanzia, spazi di ideazione e sperimentazione dei servizi educativi per i minori di 0-6 anni. Dei presidi territoriali di contrasto alla povertà educativa dove pubblico e privato non profit lavoreranno insieme. Dove potremo sperimentare il modello Gac (dal nome del progetto), un nuovo metodo educativo di servizi all’infanzia.
Attiveremo i tre poli in tre territori particolarmente vulnerabili della provincia di Reggio Calabria. Più esattamente nei territori dove il numero dei servizi educativi pubblici per l’infanzia è ancora insufficiente rispetto al numero dei minori residenti. Nel comune di Gioiosa Ionica dove ci sono 3 scuole per l’infanzia. Nel comune di Taurianova dove le scuole pubbliche sono 7 e nel comune di Reggio Calabria dove le scuole pubbliche sono 44 su 131.
Il progetto coinvolgerà oltre 200 minori di età 0-6 anni e altrettante famiglie, operatori sociali, personale educativo, insegnanti dei tre comuni partner.
Il modello Gac di Giochiamo a crescere
Il modello Gac – dal nome del progetto “Giochiamo acrescere” – è un metodo educativo dei servizi per l’infanzia, frutto dell’esperienza dei partner. È un metodo che riteniamo innovativo sia per l’approccio pedagogico – perchè si basa sul gioco, sulle emozioni e sulla esperienza sensoriale – sia per la forma di governance pubblico-privato non profit (Poli per l’infanzia).
Per sperimentare il modello Gac avvieremo un laboratorio di co-progettazione. Proseguiremo con l’applicazione del nuovo modello educativo nelle scuole materne, negli asili nido, nei servizi all’infanzia partner e non del progetto. Attiveremo quindi in ogni territorio coinvolto una “comunità in apprendimento” attraverso dei percorsi di formazione esperenziali. Per una maggiore diffusione e successiva replicabilità del modello.
I tre poli per l’infanzia di Giochiamo a crescere
I tre poli per l’infanzia saranno realizzati all’interno di tre immobili messi a disposizione dai comuni partner. Grazie al progetto gli immobili saranno riqualificati, valorizzati e adeguati alle attività da svolgere. Il polo per l’infanzia di Reggio Calabria sarà creato all’interno di una ex scuola elementare nel quartiere Bocale I° della periferia sud. Il polo per l’infanzia di Taurianova sarà realizzato all’interno dei locali dell’Officina della Solidarietà di proprietà del comune e in pieno centro cittadino. E infine per il polo diGioiosa Ionica sarà valorizzato un immobile confiscato alle mafie e assegnato dal comune all’Associazione Don Milani, nostra socia e partner di progetto.
I tre poli saranno gestiti dagli enti del terzo settore (associazioni e cooperative) con i comuni, le scuole, le università del progetto. Tutti e 18 partner uniti dalla necessità di innovare i servizi per l’infanzia. Dalla volontà di utilizzare le diverse esperienze adottate da ciascuno nelle azioni di contrasto alla povertà educativa minorile.
Nei tre poli si svolgeranno una serie di attività per bambini (fra cui “le officine del gioco”, la ludoteca, il baby camp/estate in città), per bambini e genitori (baby sensory e toddler sense), per i genitori (ri-educazione alle emozioni, supporto ai genitori separati, sportello di ascolto), per gli insegnanti e glioperatori dell’infanzia (sportello per mediazione dei conflitti insegnanti/famiglie).
Giochiamo a crescere, un progetto pensato per coinvolgere la comunità educante (e non solo) nei 3 territori d’intervento. Per affrontare le sfide della povertà educativa e aumentare le opportunità di crescita per tutti.
Aderiamo anche noi al sit-in del 6 maggio per Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana di Borrello di cui non è stato ancora ritrovato il suo corpo. La ricordiamo nel luogo della sua scomparsa, in contrada Carini di località Montalto di Limbadi.
Ci incontriamo alle ore 11 con i familiari, gli organizzatori dell’iniziativa lì dove il 6 maggio di 5 anni fa hanno aggredito e rapito Maria per aver osato riappropriarsi della propria vita. Per aver osato rifiutare una richiesta che aveva il sapore della prepotenza, di un compromesso con se stessa, con la propria dignità.
Il 6 maggio, più che in ogni altra occasione, sarà importante esserci. Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di Maria e nei confronti della sua famiglia. Maria è scomparsa ma è ancora viva, perché la sua speranza deve camminare sulle nostre gambe. Perché dobbiamo essere noi più coraggiosi. Per ricordare il suo sacrificio. Portare avanti il suo sogno imprenditoriale, tutelare le sue terre, la sua storia. Ma anche per assicurare ai familiari, oltre che sostegno e vicinanza, la decisione di fare nostra la battaglia per chiedere verità e giustizia. Per non renderli vittime delle indifferenze e della rassegnazione.
Il sit-in chesi svolgerà giovedì 6 maggioalle ore 11davanti al cancello d’ingresso dell’azienda della famiglia Chindamo è organizzato dai familiari di Maria Chindamo, dall’associazione Libera Calabria, dal comitato Controlliamo Noi Le Terre Di Maria Chindamo, dal Centro comunitario Agape, dall’associazione Penelope Italia Odv e dalle scuole aderenti al progetto “Mettiamoci una croce. I giovani verso il voto in Calabria”.
Locandina del sit-in per Maria Chindamo
https://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2021/05/Copertina-Olio-Chindamo-1-e1620082028354.jpg651949Consorzio Macramèhttps://www.consorziomacrame.it/wp-content/uploads/2023/03/logo_2023-300x121.pngConsorzio Macramè2021-05-03 22:02:162021-05-04 07:57:01Aderiamo al sit-in del 6 maggio per Maria Chindamo
Lo scorso 24 aprile si è svolta presso la location di Parco Ecolandia, nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria, l’assemblea dei soci.
Una giornata ricca di contenuti e riflessioni sul futuro del nostro consorzio. Un’occasione importante per raccontarci le attività dell’anno in corso, confrontarci su come il nostro consorzio dovrà evolversi nell’immediato futuro.
Affrontiamo questa assemblea dei soci e il futuro del nostro consorzio, partendo dalla consapevolezza di ciò che siamo, oltre che di quello che vorremmo essere. La pandemia da covid-19 nella quale viviamo. Il contesto di crisi sanitaria, economica e sociale nel quale operiamo da circa 14 mesi. La rarità della frequentazione fisica. L’arida rapidità della frequentazione tecnologica. La ricostruzione delle relazioni e dei legami fiduciari nell’approccio del nuovo welfare comunitario che abbiamo deciso di sperimentare. E infine, da ultimo, ma non per importanza, le istituzioni che ci sconfortono. L’impostazione che subiamo, esclusivamente centrata su adempimenti burocratici piuttosto che sulla relazione e la comprensione delle problematiche delle persone – Giancarlo Rafele
Sono le parole con le quali il nostro presidente Giancarlo Rafele ha introdotto i lavori dell’assemblea 2021. L’analisi dalla quale siamo partiti.
Verso un nuovo piano strategico
In quest’ultimi 14 mesi e con l’avvento della pandemia tutto è cambiato. È cambiato il contesto sanitario e socio-economico in cui operiamo. Si sono modificate le nostre priorità. È cambiata la consapevolezza della nostra organizzazione.
Per questo ci siamo proposti di rivedere in una chiave diversa il piano strategico di circa 2 anni fa, ripartendo dalle uniche certezze che abbiamo: le cure (è venuto il momento di investire nel nostro modello di sanità d’iniziativa), il lavoro o meglio le politiche d’integrazione lavorativa per ridare dignità attraverso il lavoro alle persone, le produzioni etiche e la nostra Bottega Le Botteghe delle Terre del sole. – Giancarlo Rafele
Per questo il CDA (Consiglio di amministrazione) – composto dal presidente, da Federica Roccisano della cooperativa Hermes 4.0, Mario Alberti della cooperativa sociale La Nostra Terra, Giovanni Pitrolo Gentile della cooperativa sociale La Casa di Miryam, Gregorio Mungari Cotruzzolà della cooperativa Agorà Kroton – ha proposto dicostruire insieme lo scenario in cui intendiamo operare come consorzio. Partire da quello che siamo per diventare i protagonisti del nostro futuro e scriverlo così come vorremmo che si realizzi.
Abbiamo così iniziato a immaginarlo insieme questo futuro. Usando il gioco del Tangram, un gioco geometrico costituito da 7 tan (pezzi) che possono essere assemblati per costruire migliaia di figure di ogni genere. Abbiamo individuato i tan del consorzio nella comunità, lo sviluppo locale, la prossimità, la salute, il lavoro, la mutualità, la partecipazione. Sono i tan che rappresentano le visioni del consorzio. Sono le nostre 7 visioni.
È stato utile e divertente usare il gioco del Tangram! Assemblare i nostri tan per provare a scomporre e ricomporre il Consorzio Macramè di domani.
Analisi, visioni, strategie: i gruppi di lavoro
Ci siamo poi divisi in 3 gruppi di lavoro. Per condividere conoscenze, scambiare proposte e sviluppare idee innovative. Abbiamo utilizzato la metodologia del “world cafè” per confrontarci, ragionare, far emergere riflessioni, idee creative. Abbiamo discusso sull’analisi, le visioni e le strategie future del consorzio. Ogni gruppo è stato guidato da un consigliere del CDA.
“Analisi” con Federica Roccisano
“Visioni” con Mario Alberti
“Strategie” con Giancarlo Rafele
Abbiamo annotato con i pennarelli le idee più significative e i diversi punti di vista sulla carta bianca dei tavoli di lavoro. Spostandoci da un tavolo all’altro abbiamo potuto esprimere, partecipare a tutti e 3 tavoli di discussione per arricchirci di altre idee e punti di vista. Abbiamo avuto modo – così facendo – di sentire la forza e lo spirito del gruppo. Concretizzare il senso di appartenenza a qualcosa di più grande!
Queste le domande dalle quali siamo partiti e alcune delle idee emerse durante i lavori assembleari:
Idee emerse nel gruppo “analisi”
…nel gruppo “visioni”
…nel gruppo “strategie”
È stato bello, importante! Ai tavoli abbiamo respirato grande entusiasmo e ognuno contribuendo alla discussione ha imparato anche dagli altri.
Al termine dei lavori abbiamo condiviso le idee emerse nei gruppi.
Presto le riassumeremo e restitueremo sotto forma di report. Per documentare e condividere con tutti i soci i risultati raccolti.
Il bilancio di previsione 2021 e la nomina dei nuovi consiglieri
Durante l’assemblea abbiamo esaminato e illustrato il bilancio preventivo dell’anno in corso,in cui ilricavo atteso dai 30 progetti in corso è superiore al ricavo attesodai servizi domiciliari ed educativi. Infatti nonostante quest’ultimi nell’ultimo anno si siano ridimensionati per l’assenza delle cure domiciliari sanitarie (la procedura di accreditamento avviata nel 2018 non è ancora giunta a conclusione), la crescita dei progetti ci ha consentito di investire sui nuovi temi del welfare. Dal contrasto alla povertà educativa all’inclusione dei soggetti fragili. Dai servizi di prossimità all’economia sociale e allo sviluppo di comunità.
Il consorzio come comunità di pratica, quindi. I nostri incontri, l’assemblea come scambio di visioni e terreno su cui poggiare gli scenari.
Sabato 24 aprile eravamo 23 organizzazioni presenti su 30, unite in un percorso di crescita politica e sociale, di costruzione del consorzio del domani. Una grandissima dimostrazione di stima reciproca e la conferma che stiamo andando nella direzione giusta.
Abbiamo davanti una grande e appassionante sfida che ci spinge a sognare in grande: ricostruire insieme il consorzio per affrontare il prossimo futuro, per affrontare la società del post pandemia. Realizzare un sistema cooperativo più giusto e rispettoso, centrato sulle relazioni, sulla costruzione delle reti. Un intenso impegno ci aspetta. Ma ce la faremo!